Nell’ultimo decennio la fotografia ha subito una grossa evoluzione digitale. Fino a pochi anni fa, nell’era analogica, una fotografia era tale quando si riproduceva su carta, quando si poteva toccare … attualmente siamo sommersi dalla tecnologia, così le fotografie vengono prevalentemente visualizzate su monitor di computer e cellulari e spesso ci si dimentica che un’immagine prende vita solo quando viene stampata.
Per consentire ai fotografi professionisti di dar vita a delle opere d’arte fotografiche, il migliore metodo esistente attuale è la tecnica Fine Art.
Per tecnica fine art si intende un procedimento controllato in ogni sua fase che parte dallo scatto fino appunto ad arrivare alla stampa.
Lo scatto sarà di natura artistico interpretativa – prestando attenzione alla luce, alla composizione e alla scenografia -; la stampa poi ha un ruolo determinante.
Generalmente si utilizzano carte matte cotone molto pregiate che mantengono una forte tridimensionalità ed hanno una grammatura molto elevata (intorno ai 300 gr/mq) e senza sbiancanti, a differenza delle più comuni carte politenate (stampa tradizionale) molto lisce, riflettenti e con poca profondità.
E’ possibile utilizzare anche carte di tipo ludico/baritate che a prima vista possono sembrare delle comuni carte, ma non avendo lo strato politenato mantengono anch’esse le caratteristiche di una stampa fine art.
La stampa fine art ha una grandissima capacità di riproduzione di luci, ombre e colori, mantenendo i dettagli anche nelle zone più scure; in alcuni casi il bianco e nero può essere stampato con particolari inchiostri a pigmenti di carbone.
La fine art può avere sostanzialmente 2 procedimenti: camera oscura o digitale. Tuttavia ormai, visti gli enormi passi avanti fatti dalla tecnologia inkjet (a getto d’inchiostro), si predilige quest’ultima.
A differenza delle politenate – dove l’inchiostro viene spalmato solamente sulla prima superficie – nella fine art penetra molto più a fondo, mantenendo così la resa cromatica più a lungo nel tempo (la durata è stimata oltre 100 anni!!!); in più ha una grandissima resistenza alla luce solare e una nitidezza decisamente maggiore.
Vi è mai capitato di sfogliare album o di osservare vecchie fotografie di nonni e avi? Ecco, queste fotografie sono ancora così perfette che non si direbbe proprio che sono passati appunto 100 anni o più 😀 e solitamente erano proprio stampate su carta baritata.
Spesso invece sulle classiche stampe tradizionali, dopo pochi anni, compaiono macchie, c’è una perdita del dettaglio e un cambiamento dei colori davvero poco piacevole.
La differenza tra le due stampe è davvero moltissima e risulta evidente anche ad un profano della fotografia.
Attualmente le stampe fine art sono il massimo a livello qualitativo e vengono utilizzate nelle mostre e nelle gallerie d’arte più importanti al mondo.
Il costo di una fine art rispetto ad una tradizionale stampa lievita considerevolmente a causa di molteplici fattori :
– costo superiore della carta ( circa 5 volte quello di una carta classica ma anche oltre, a seconda del tipo scelto)
– la stampante o plotter deve avere determinate caratteristiche di qualità, basta pensare che solitamente, a differenza delle tradizionali cartucce multicolore, ogni stampante fine art degna di questo nome ne richiede minimo 8 – ma possono arrivare anche a 12 e oltre.
– la presenza obbligatoria di un operatore durante tutto il processo che le controlla e gestisce una per una a differenza dell’automatizzazione utilizzata dai laboratori tradizionali
Inoltre la tecnica fine art presuppone una conoscenza perfetta del workflow di stampa: monitor, computer, stampante, carta. Ognuno di questi elementi deve lavorare perfettamente calibrato e in sintonia per fare sì che ciò che si vede a monitor sia uguale al prodotto finale stampato.
Il risultato dev’essere un prodotto perfetto che rimarrà con voi per generazioni, testimoniando il vostro impegno e amore per la vostra famiglia.