Creare ricordi significativi con il cellulare è possibile? – C’era una volta il fotografo
Qualcuno di voi forse ha letto di un recente studio che parla dell’effetto negativo che scattare costantemente foto con il proprio cellulare sembra avere sulla nostra capacità di ricordare e vivere momenti significativi.
Infatti lo studio della Victoria University di Wellington in Nuova Zelanda ha rivelato che più si fotografa un momento, meno il cervello si impegna a ricordarlo – è come se si facesse un “outsourcing” della memoria. Siamo talmente occupati a fissare il momento con il cellulare – così poi lo potremo guardare dopo! – che ci dimentichiamo di vivere le sensazioni vere di un momento.
Chi ha assistito almeno una volta ad un saggio di scuola sa che immagine si vede dal fondo dell’aula – un muro luminoso di decine e decine di cellulari puntati sul palco e genitori che sgomitano per riprendere al meglio lo spettacolo… ma guardando lo schermo del proprio cellulare, e non i propri figli che si esibiscono sul palco!
foto di John su Flickr
E’ se come il cellulare fosse diventato un filtro attraverso il quale viviamo le esperienze. Non riusciamo più a vivere un momento senza pensare di doverlo fissare per sempre – magari per poi condividerlo online sui social media, che sono diventati ormai il nostro archivio di ricordi.
Il problema qual è?
Che accumuliamo troppo: troppe foto, troppi dettagli, troppe immagini insignificanti – semplicemente perché possiamo, perché la fotografia digitale costa poco ed è istantanea. Però (con poche eccezioni) – molti di noi (e non ci escludiamo affatto!) poi restano sopraffatti dall’incredibile quantità di informazioni che accumuliamo, con la conseguenza che abbiamo montagne di “momenti” ammassate sul computer (se siamo riusciti a scaricarle, naturalmente…), ma non troviamo mai il tempo di organizzarle, di rivivere i momenti catturati e di stampare ed esporre le foto che abbiamo fatto – perché dobbiamo sempre catturare e documentare nuovi momenti, in un eterno inseguimento dell’attimo da fissare.
Ma – state forse pensando – tante foto le condividiamo online, rimangono lì e si possono rivedere e rivivere, no?
Purtroppo la forma digitale delle fotografie può essere un altro problema, perché tempi e modi con cui possiamo goderci una fotografia digitale sono molto diversi da quelli con cui erano utilizzate le stampe fotografiche di una volta!
Generalmente parlando, una fotografia digitale (parliamo di una foto non stampata), si osserva per meno tempo – perché viene subito rimpiazzata da nuovi scatti -, si vede spesso più piccola – sul cellulare o sul tablet (o magari, per i più organizzati, nella cornice digitale o come slideshow sul computer) e l’impatto visivo è meno forte ed emotivo.
Produciamo foto e selfie ed assistiamo a quelli altrui, in una girandola di immagini che ci attraversano gli occhi senza lasciare una traccia, senza comunicare niente. E’ questa la portata odierna di una immagine? E’ questa l’importanza reale di una fotografia?
Una volta, c’era il fotografo. La macchina fotografica non era mezzo per tutti; si trattava di una spesa decisamente importante che poteva essere affrontata solo se si intendeva farne una professione. Così, per avere un ricordo della propria famiglia, di se stessi “da giovani”, o per poter inviare una immagine ai propri cari lontani – nel tempo in cui si inviavano davvero lettere – “lettere di carta!” che impiegavano mesi ad attraversare l’oceano – si ricorreva al fotografo, colui che aveva studiato la composizione dell’immagine, la funzione della luce, la corposità delle ombre.
Una volta, c’era il fotografo.
Quello che sceglieva con cura la foto, immaginandola prima nella sua mente per poi realizzarla non sullo schermo ma sulla carta – corposa, viva come l’aveva desiderata.
Il lavoro di un fotografo aveva un grandissimo valore, la sua opera era apprezzata – trasmetteva emozioni, fissava ricordi.
A quell’epoca c’erano poche foto, e molti ricordi. Una sola immagine di un evento era in grado di comunicare la miriade di sensazioni e di emozioni che vi erano collegate, e si guadagnava spesso un posto d’onore nella casa: in una stampa presso il camino, al centro del salotto, ammirata da tutti ed armonicamente integrata nell’intimità della famiglia.
Una volta, c’era il fotografo. Era in grado di prendersi cura delle nostre memorie, mentre noi potevamo viverle! Al di fuori del coinvolgimento emotivo, era in grado di selezionare, carpire, immortalare le cose che davvero valeva la pena di registrare lasciando a noi il compito di farne parte.
Cosa abbiamo perso oggi, tra lo scatto di un piatto sulla nostra tavola, quello completamente sfuocato di uno dei nostri figli che ci corre incontro o il video in cui non si vede nulla della recita scolastica?
Ammettiamo che noi siamo di parte – guadagniamo il nostro pane quotidiano con la fotografia e la vediamo non solo come un lavoro ma come una passione. Quindi, cosa pensiamo dello sviluppo di questa fotografia usa e getta?
Pensiamo che abbiamo comunque la consapevolezza positiva che quel mestiere, quello del “fotografo”, esiste ancora… che ci sono ancora persone in grado di fare questo lavoro di “produttori di ricordi” per noi, in grado di riportarci l’emozione del nostro vissuto proprio mentre noi ci permettiamo di viverlo… Capaci di restituirci il piacere di sfogliare un “vero album”, l’appagamento di appendere un “vero quadro”. Forse anche la gioia di vivere come protagonisti, lasciando ad altri il compito di essere comparse.
Bisogna dire in modo molto chiaro, però, che non vediamo solo negativamente lo sviluppo della fotografia negli ultimi decenni, anzi! La digitalizzazione della fotografia e la “democratizzazione” del mestiere del fotografo hanno portato ad una condivisione creativa bellissima, hanno aperto modi di imparare e farsi ispirare dalla creatività di altri che non erano possibili solo pochi anni fa e hanno anche portato ad un interesse più grande nell’arte delle fotografia, perché è più facile adesso vedere delle belle fotografie, mentre un tempo si potevano solo ammirare nelle mostre e nei libri.
La possibilità che offre la fotografia digitale – anche quella con il cellulare che teniamo sempre con noi – può essere vista anche in modo positivo se usata e gestita in modo giusto!
Non ha senso rimpiangere i tempi vecchi quando magari le foto a volte erano anche un tantino formali e non si documentavano i semplici momenti quotidiani, perché considerati insignificanti.
Proponiamo quindi un decalogo su come creare ricordi significativi – senza cadere nella trappola dell’ossessione di documentare. Fateci sapere anche i vostri pensieri su questo argomento o se avete delle cose da aggiungere ai nostri consigli!
DECALOGO PER CREARE RICORDI VERI:
1. Rifletti
Prima di scattare chiediti sempre:
– perché faccio questa foto? E un momento memorabile?
– tra un anno questa foto sarà ancora importante per me?
– stamperei questa foto?
– la luce è abbastanza buona per permettermi di fare uno scatto di qualità decente?
– se faccio questa foto, mi perdo un momento emotivo bello?
– per chi faccio questa foto?
2. Seleziona
Sii selettivo. Scatta meno, ma concentrati su cose importanti; cancella una volta al mese le foto sfocate, brutte, che non stamperesti mai… tenendole sul computer rendi solo più difficile il compito di gestire le foto significative
3. Scegli il momento
A volte è più importante il momento della foto. Se pensi di scattare le foto per creare ricordi per i tuoi figli, rifletti un attimo: cosa pensi che i tuoi figli preferiscano e si ricorderanno più volentieri, un genitore sempre con il cellulare in mano che da ordini su come mettersi in posa o un genitore che si immerge con loro nel momento, che rotola per terra con loro, che mette le mani nell’impasto, che guarda insieme a loro un tramonto, che corre con loro…?
4. Scatta
Ciò detto, non smettere di scattare, ma scatta con più “visione” e deliberazione. Fare le foto una volta al mese durante un weekend, quando tutti sono più rilassati, è meglio e darà risultati migliori che stressare continuamente tutti con foto fatte un po’ a caso.
5. Stampa
prendi l’impegno di stampare le tue foto ogni qualche mese! Per sapere come, fatti ispirare nella nostra pagina Pinterest
6. Delega
Per eventi – anche a scuola e per le recite – incarica un fotografo professionista, che ha anche l’attrezzatura migliore per fare foto in condizioni di luce difficili. Così tu potrai godere il momento e l’emozione di vedere tuo figlio senza filtri.
7. Investi
Una volta all’anno (anche di più, quando i figli sono piccoli e crescono veloci!) fai delle foto di famiglia con un fotografo professionista! Quello che allora ti può sembrare un investimento importante si rivelerà come il regalo più bello che puoi fare alla tua famiglia e ai tuoi figli – perché avranno un ricordo vero e stampato della loro crescita, dei loro genitori e dell’amore e del divertimento che ha accompagnato la loro crescita.
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