AFINEB cresce lentamente, ma con costanza! Oggi siamo davvero orgogliosi di presentarvi una nuova socia, Stefania Masi dello studio Stefoto. (www.stefoto.it).
Tutti i nostri Soci sono scelti accuratamente, devono avere determinate caratteristiche e rientrare negli standard qualitativi e di sicurezza di AFINEB per garantirvi sempre il massimo sotto ogni aspetto.
Stefania, come hai iniziato?
Ho sempre amato la fotografia, e già con una piccola compatta mi divertivo a fare tantissime foto, ma non solo quelle delle vacanze: durante i viaggi con mio marito cercavo sempre di cogliere i particolari e cercavo scatti artistici. Ma soprattutto amavo fotografare le persone in giro per il mondo: mi ricordo un vecchietto che si rilassava nei giardini di Lussemburgo a Parigi, o un signore che si faceva lucidare le scarpe a Madrid, o due giovani ragazzi che si baciavano sulla riva del fiume a Praga. Credo che il ritratto e la fotografia fossero nel mio destino.
Comunque dopo il corso mio marito mi ha regalato la prima reflex, e da lì è iniziato tutto: tanti corsi, tanto studio, tante notti insonni. All’inizio con i matrimoni, che ad oggi amo ancora tantissimo, e poi, poco dopo essere diventata mamma, ho visto per caso su un sito delle foto di gravidanza e mi sono chiesta perchè non fosse una cosa diffusa: del resto, io stessa avevo appena partorito e mi ero dovuta fare delle foto da sola per poter avere un ricordo. Sono diventata mamma nel settembre del 2010; a novembre fotografavo la prima mamma in dolce attesa. Da qui non mi sono più fermata….
Quale genere di fotografia è la tua specializzazione?
Ho iniziato coi matrimoni, che è un ramo che seguo ancora e che mi piace, ma sono specializzata nella ritrattistica di famiglia, in particolare le gravidanze, che rimarranno sempre il mio primo amore, e i newborn, in assoluto la sessione più dolce che ci sia.
Quali sono le tue fonti di ispirazione?
Il fotografo grazie al quale ho scoperto questo genere era francese, ma appena mi sono documentata un pochino di più ho scoperto un mondo intero dedicato a questo fantastico genere che arriva da oltre oceano. Poco dopo ho scoperto che anche in Italia stava iniziando questa tendenza, e alcune di queste colleghe sono tra le fondatrici di AFINEB.
Puoi descriverci brevemente il tuo stile?
Per le gravidanze amo i contrasti decisi, ma sopratutto giocare con le luci che disegnano le linee del corpo femminile in dolce attesa, e mi piace tantissimo anche l’effetto etereo del total white. Per i neonati adoro giocare coi colori, anche con quelli più pazzi: mi danno gioia ed allegria, proprio come una nuova vita.
Quale età ti piace di più fotografare?
Questa è facile… sicuramente i neonati e i bimbi di 9-10 mesi.
Cosa ami di più del tuo lavoro?
Amo avere la possibilità di vedere i bambini crescere, e respirare la gioia di questi momenti unici. Amo emozionarmi davanti al computer mentre visualizza le immagini e rimanerne estasiata. Ma amo anche la libertà che mi da questo lavoro: ho la possibilità di poter vivere mia figlia molto di più rispetto a molte mamme, e amo poter vedere il mondo vivere in qualsiasi ora del giorno, e non solo dopo le 18 come quando si lavora in un ufficio…
La soddisfazione professionale più grande.
Probabilmente è la stessa risposta dei colleghi che mi hanno preceduta, ma essere entrata in AFINEB per me è un grandissimo riconoscimento, una vera soddisfazione che mi ripaga dell’impegno e del tempo investito in questi anni e che mi sprona a migliorare sempre di più.
Racconta tre cose divertenti ed inaspettate su di te.
Sono una maniaca dell’ordine, ogni cosa deve avere il suo posto, e non inizio a lavorare alla scrivania se prima non è
perfettamente organizzata.
Amo truccarmi, e sono capace anche di svegliarmi con mezz’ora di anticipo per poterlo fare – diciamo che la mia collezione di makeup potrebbe fare invidia a molte.
Quando sono al computer ho sempre il mio fedele assistente, il gatto Swiper, che si piazza sulla scrivania inseguendo la freccia del mouse sul monitor e mi si piazza addosso per farsi fare le coccole, spesso schiacciando bottoni che non deve, e riuscendo ad alzare la musica a tutto volume.
Racconta un aneddoto divertente del tuo lavoro.
Sicuramente essere riconosciuta per strada! Spesso mio marito mi prende in giro dicendomi che ha sposato una famosa, però capita di essere fermata. Le due volte più divertenti sono state all’Ikea di Milano- dove la cassiera mi ha chiesto se fossi io la fotografa, e questo succedeva a 100 km da casa -, e a dicembre alla pista di pattinaggio con mia figlia, dove un’altra mamma mi ha fermata per lo stesso motivo.
La delusione professionale più dura da affrontare?
Una vera delusione fortunatamente non c’è ancora stata e speriamo non ci sia. Sono sempre rimasta molto amareggiata nel vedere alcuni colleghi nutrirsi di gelosia, cattiveria ed invidia, e parlare male degli emergenti invece di essere spronati a fare meglio. C’è stato un momento in cui anch’io ho rischiato di cadere in questa trappola, ma ora ho imparato a guardare il mio orticello, a coltivarlo e nutrirlo per renderlo rigoglioso e forte.
E’ per questo che credo in AFINEB, perchè la collaborazione e l’unione sono la base e la forza di qualsiasi cosa.
Senza che cosa non potresti lavorare?
Senza il sostegno di mio marito, che anche quando prendo decisioni su cui magari non è pienamente d’accordo, mi appoggia sempre e comunque e crede in me. Non potrei lavorare anche senza la musica di sottofondo, sia durante le sessioni che quando mi metto al computer.
Preferisci fotografie a colori o in bianco e nero?
Ogni fotografia ha una sua anima, e l’arte è anche capire quale questa sia, però alcune immagini nascono nella mia testa già in bianco e nero. Dipende molto anche dal tipo di sessioni, la gravidanza sicuramente la concepisco di più in bianco e nero, mentre il newborn a colori.
Cosa suggeriresti ai fotografi che iniziano adesso la stessa professione che fai tu?
Suggerirei di vivere di fotografia, seguire i blog dei grandi fotografi di qualsiasi genere, di leggere, di sfogliare riviste, di fare ricerche, di vedere mostre, insomma, respirare la fotografia. Naturalmente serve impegnarsi e crederci davvero.
Perché hai scelto di diventare socio AFINEB?
Perchè, come ho anche detto prima, credo molto nel sostegno reciproco, e perchè c’è bisogno di associazioni che certifichino la qualità del proprio lavoro. Oggi la tendenza in tutti i settori è fare “di tutto un pò” io invece credo fortemente nella specializzazione, ed AFINEB ne è la dimostrazione.