Bambine seminude su cartellone pubblicitario sul carnevale di Napoli – cosa ne pensano fotografi di bambini di AFINEB.
Su tutto il web si parla di bambine seminude su cartellone pubblicitario sul carnevale di Napoli, in mutandine di fiori e poco altro, su un cartellone pubblicitario di un fotografo di Napoli che promuove le sessioni fotografiche di carnevale. Ecco che cosa ne pensiamo noi.
Per un fotografo professionista realizzare una sessione fotografica ad un bambino non è solo una questione di talento e di capacità tecniche.
Avere a che fare con una mente che si sta sviluppando è anche una grossa responsabilità, tanto più se le immagini realizzate verranno rese pubbliche. La fiducia di una mamma e di un papà che portano la propria figlia dal fotografo affidandosi a lui e consentendogli di rendere pubbliche le immagini che realizzerà va rispettata.
Il genitore si fida del fotografo e crede che il suo lavoro porterà benefici al soggetto ritratto, rendendolo fiero della sua bellezza oltre che allietare il mondo con immagini di bambini, una delle cose che maggiormente rendono bella la nostra vita.
La popolarità delle immagini di Anne Geddes fa leva proprio sull’effetto benefico che ci suscita la visione dei visi innocenti dei nostri piccoli. Un calendario con il viso sorridente di un bambino ci porta gioia anche se non si tratta di nostro figlio: in qualche modo, veder sorridere un bambino ci fa sentire appagati e felici perché il desiderio di vederli sereni è molto radicato dentro di noi.
Allo stesso tempo, altre immagini ci lasciano un sapore cattivo in bocca perché notiamo qualcosa di storto – anche se non capiamo esattamente cosa – che ci fa stare male.
Per valutare l’opportunità di una fotografia non si può ricorrere a delle definizioni preconfezionate perché la malizia è difficile da definire, ma facile da svelare con un semplice ragionamento: si vorrebbe vedere il proprio figlio o figlia in quel determinato contesto? O se stessi da piccoli? Messi sotto gli occhi di tutti?
Perché c’è sempre chi riesce a storpiare il nostro lavoro e ad approfittare della buona fede dei genitori.
L’ultimo – anche se purtroppo non l’unico – esempio è il cartellone pubblicitario sul carnevale di Napoli.
A febbraio il costume da carnevale più adatto è quello di tre ragazzine con mutande e reggiseni fioriti. Tre bambine che stanno sbocciando, in quell’età in cui la bambina inizia ad essere una “signorinella”.
Verrebbe da chiedersi se la fiducia che hanno riposto i genitori e le bambine nella figura del professionista che le ha ritratte sia stata rispettata.
Ci sono tanti modi per fotografare bambine in costume; noi fotografi di bambini di foto così ne abbiamo fatte tantissime. Ma l’immagine viene realizzata non solo da chi e cosa fotografi ma soprattutto dal COME lo fai.
C’è modo e modo per mettere in posa una bambina, c’è modo e modo per scegliere “lo styling” di un’immagine.
Una bambina in mutande si può rappresentare nella sua bellezza ed innocenza, ma si può anche rendere ambigua e provocante, non perché lo sia davvero ma perché è facile sfruttare la sua incapacità di giudizio e la fiducia che pone negli adulti.
Non è il nudo a far sì che una foto sia volgare e inadatta: è il messaggio che trasmette a renderla tale.
Non sono le bambine ad essere provocanti e ambigue, ma l’occhio di chi le ritrae a renderle tali.
E quell’occhio ha mancato il rispetto all’infanzia, ha usato chi gli è stato affidato per i propri scopi. Avrà anche attirato l’attenzione su di sé e certamente il cartellone non è passato inosservato, in fondo la pubblicità è questo: – “purché se ne parli” -.
Ma è mancato il rispetto per l’infanzia, per il suo diritto di veder protetta la propria intimità, la trasformazione da bambina a donna, una cosa meravigliosa ma privata che non va data in pasto agli occhi di tutti.
Fotografare bambini è un grande privilegio e una grande responsabilità. Ci danno tutto quello che chiediamo loro, perché i bambini si fidano di noi. Sorridono al nostro obiettivo e ci svelano la loro anima, la bellezza del loro mondo. Lo fanno gratuitamente, senza secondi fini, con la sola voglia di conoscerci e di farsi conoscere da noi.
Abbiamo il dovere di entrare nel loro delicato mondo in punta di piedi, e far sì che la pubblicazione delle loro immagini possa renderli solo fieri e felici sia ora che in futuro, quando saranno grandi e in grado di giudicare il nostro lavoro.
AFINEB – Associazione Fotografia Italiana Neonati e Bambini si dichiara assolutamente contraria alla realizzazione e la diffusione dell’immagine in questione: questo è il motivo per cui non la vedrete in questo articolo.