Siamo felicissimi di dare il benvenuto alla nostra nuova socia, Lilia Khamidullina Scotoni – in arte lilia K photography.
Lilia è arrivata alla fotografia dopo un percorso non diretto. Laureata in economia e commercio, ha poi fatto un master di interior design e ha lavorato come arredatrice d’interni. A 26 anni si è trasferita dalla Russia, dove è nata, in Italia e si è sposata, ma è stata la nascita della figlia più grande a spingerla verso la fotografia e ha iniziato a studiare la fotografia newborn senza sosta.
Dice del suo lavoro: “Mi piace regalare emozioni e gioia agli altri con fotografie vere e piene di sentimenti. Mi rende felice il pensiero che le mie foto faranno parte della storia di tante famiglie e questo perché in ogni foto metto una parte del mio cuore…”
Leggete qui sotto la sua intervista:
Come hai iniziato?
Ho iniziato come molte mamme fotografando la mia prima bimba ma le foto non venivano come avrei voluto e per questo ho iniziato studiare la fotografia. Certo, avevo il background di base della scuola d’arte e la professione di arredatrice d’interni che mi ha aiutato tanto.
Quale genere di fotografia è la tua specializzazione?
Sono specializzata nella fotografia newborn.
Quali sono le tue fonti di ispirazione?
Le mie fonti di ispirazione sono numerose fotografe straniere, non seguo esclusivamente le fotografe newborn, mi piace guardare anche stili diversi, fotografia documentaristica sui bambini, fotografia lifestyle. Ogni giorno guardo centinaia e centinaia di foto, è un esercizio importante, aiuta ad allenare l’occhio per distinguere le foto.
Puoi descriverci brevemente il tuo stile?
Non penso di avere uno stile preciso, le mie foto cambiano insieme alla mia crescita professionale ed esperienze vissute. Mi piacciono le foto con colori naturali e tenui, che trasmettono tanta tenerezza.
Cosa ami di più del tuo lavoro?
Amo il fatto che il mio lavoro mi permette di non rinunciare al mio ruolo di mamma. La mia seconda bimba è nata meno di un anno fa e ho potuto lavorare durante tutta la gravidanza ,ho ripreso a fotografare i neonati quando aveva 3 settimane di vita. Certo ho dovuto rallentare, ma penso che il mio lavoro mi permette di trovare un buon equilibrio tra i due ruoli. Un’altra cosa che amo tantissimo è la soddisfazione di vedere i miei clienti quando gli chiedo di poter condividere le foto dei loro bimbi e mi dicono un sì con tanto entusiasmo. Per me significa che loro percepiscono la mia fotografia come un elemento artistico che non deve essere nascosto, ma condiviso con gioia.
La soddisfazione professionale più grande.
Qualche mese fa ho avuto una bellissima e toccante esperienza fotografando tre gemelline, è un evento molto raro, parti tregemellari succedono ogni 8000 parti, è stata una fortuna trovare una mamma coraggiosa che mi ha portato le sue piccoline di appena 2 chili ciascuna.
Racconta tre cose divertenti ed inaspettate su di te.
Una prima cosa divertente è che odio le cose inaspettate, la seconda la gente si diverte tanto quando scopre che sono astrofoba, ho paura degli alieni, dei pianeti e di guardare il cielo notturno, quindi Startrek o i film simili non sono per me, e poi, la terza cosa, che io sono una che non riuscirà a dormire tranquilla se ci sono oggetti in casa che non sono al loro posto.
Racconta un aneddoto divertente del tuo lavoro.
Una volta ho ricevuto una richiesta da una signora di una certa età, molto avanzata, che voleva essere fotografata in stile Playboy. Ho rifiutato ovviamente, ma ancora mi dispiace che non l’ho chiesto subito come mai che lei ha scelto a chi rivolgersi un fotografo che si occupa dei neonati.
La delusione professionale più dura da affrontare?
6 anni fa quando ho iniziato in Italia e anche nel resto del Europa non c’era praticamente l’offerta dei corsi di fotografia newborn, ho dovuto andare all’estero per fare il mio primo corso, contemporaneamente vedevo in quei paesi uno sviluppo esponenziale di newborn mentre in Italia ci sono voluti anni per far coinvolgere le mamme ed altri fotografi in questo ramo di fotografia meravigliosa. Sono stata la prima fotografa specializzata nella mia regione e fare la strada tra i primi nel campo dove c’è poco entusiasmo è sempre molto duro e a volte tanto deludente. Per fortuna che tutto è cambiato, anche in Italia.
Senza che cosa non potresti lavorare?
Senza luce flash. Da una amante della luce naturale mi sono convertita a fan della luce flash, non l’avrei potuto immaginare! All’inizio avevo tanto timore nel usarla, perché per imparare a lavorare in un modo completamente diverso devi uscire dalla tua comfort zone e ora non mi vedo a lavorare senza.
Preferisci fotografie a colori o in bianco e nero?
Colori senza dubbio! Colori caldi e naturali, mille sfumature di nude, beige e rosa, proprio come pelle dei neonati.
Cosa suggeriresti ai fotografi che iniziano adesso la stessa professione che fai tu?
Innanzitutto capire che la fotografia newborn o fotografia dei bambini, come qualsiasi altro ramo, è soltanto una specializzazione, per arrivare a fare delle belle foto di neonati non dovete scavalcare i passi necessari ovvero imparare a fotografare, gestire qualsiasi strumento di lavoro (macchina fotografica), imparare a vedere la luce, imparare a gestirla, farsi una cultura fotografica e visiva.
Perché hai scelto di diventare socio AFINEB?
Afineb rappresenta per me un bollino di qualità e sono contenta che il mio lavoro raggiunto il livello di alta qualità. Oltre a quello mi fa tanto piacere e onore essere valutata e considerata al pari livello dalle persone che per anni rappresentavano per me i modelli da seguire.