E dopo l’annuncio dell’apertura dell’associazione alla fotografia documentaria, diamo il benvenuto alla prima socia ammessa a far parte dell’associazione proprio per il suo lavoro di documentarista! Benvenuta a  Erika Citriniti!

In realtà Erika sta già lavorando con noi al progetto Afineb dedicato a questo tipo di fotografia e cogliamo l’occasione per ringraziarla dell’entusiasmo e della serietà che ci mette.

Dice del suo lavoro: “Adoro fotografare la vita e il reportage è stato il mio primo amore, poter unire entrambe le cose mi sembra un sogno”.

Www.erikacitriniti.it

Leggete qui sotto la sua intervista:

Come hai iniziato?

Sembrerà retorico, ma la fotografia è sempre stata parte di me fin da bambina. Crescendo ho capito che volevo diventasse più di una passione, così una volta preso il diploma al liceo artistico mi sono iscritta ad una scuola professionale di fotografia di reportage a cui è seguito un master in ritratto. Poi sono diventata mamma e la vita mi ha portato a svolgere un altro lavoro per quasi un decennio, finché la fotografia è tornata a bussare con più forza di prima, così ho deciso: ho lasciato il lavoro, ho ricominciato a studiare e finalmente ho deciso di crederci fino in fondo facendolo diventare il mio lavoro.

 

Quali sono le tue fonti di ispirazione?

Sicuramente tutta la fotografia dei primi del novecento, adoro la magia delle immagini di Henri Cartier-Bresson e l’ironia di Elliott Erwitt.

Puoi descriverci brevemente il tuo stile?

Penso che una fotografia riuscita sia sempre un atto di comunicazione profonda tra il fotografo ed il suo soggetto.
Le fotografie non mentono, sono lo specchio di ciò che proviamo ed è quello che più mi interessa: gioia, tristezza, amore, amo la verità, per questo le protagoniste delle mie foto sono sempre le emozioni.

Cosa ami di più del tuo lavoro?

Di indole sono una curiosa della natura umana, la fotografia mi permette di avvicinarmi alle persone e conoscerle da vicino.
Forse questa è la cosa che amo maggiormente.

 

 La soddisfazione professionale più grande.

Il giorno che per la prima volta ho inserito le chiavi nella toppa del mio studio.
 Avere un luogo su misura mia dove sentirmi a casa e fare ciò che amo mi ha letteralmente fatto scoppiare il cuore di felicità.

Raccontaci tre cose divertenti su di te.

Nasco come persona timida, ma questo lavoro mi ha cambiato rendendomi una gran chiacchierona, ogni volta che lascio una famiglia con cui ho passato 24 ore mi faccio un piantino 🙂 In ultimo..  sono una gran golosa, in particolare di cioccolato.

Raccontaci un aneddoto divertente del tuo lavoro.

Tutte le volte che faccio un documentario di famiglia e c’è un bimbo o una bimba sotto i 6 anni capisco di averlo conquistato quando mi dicono :”Erika mi accompagni a fare la pipì?”.

Perché hai scelto di diventare socia Afineb?

Fin dall’inizio Afineb è stata per me il punto di riferimento nel settore dove la professionalità delle fotografe selezionate e la qualità delle immagini erano sempre messe al primo posto, così quando ho deciso di affiancare il documentario di famiglia alla fotografia di famiglia tradizionale, ho pensato che potesse essere la strada giusta per far conoscere ed affermare maggiormente questo genere; il mio desiderio è che grazie all’apertura dell’associazione, la fotografia documentaria di famiglia possa crescere sempre di più in Italia fino ad entrare a far parte del nostro quotidiano.

Cosa suggeriresti ai fotografi che vogliono iniziare ad occuparsi di documentaria?

Di studiare tanto e non arrendersi. Tutto si impara, basta volerlo e impegnarsi.